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Visualizzazione dei post da 2014

#17 Is It Really So Strange? - The Smiths (1988)

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Canzone numero diciassette, scelta di venerdì diciassette. Giuro, giuro, giuro che non me ne sono accorta finché non ho controllato il numero della precedente (dopo due mesi di silenzio mi è concesso dimenticarmi dov'ero arrivata, no?). Ecco, questa canzone rappresenta un po' una coperta che mi ha avvolta per quasi tutta l'estate, ma che ora inizia a pesarmi. Per il freddo e il sole che non si è quasi mai visto? Forse. Ma ancora di più perché credo di essermi ricordata oggi, dopo tanto tempo, che il calore non arriva necessariamente solo coprendosi di strati. Non è che me lo sono inventato, è che per tutti questi mesi di silenzio è successo quello che succede quando ti siedi e inizi a sentire il freddo del pavimento che sale dal basso della schiena. Inizi ad avere i primi brividi e vai a cercarti una coperta. Ti ci infili dentro e la tiri su finché non hai bisogno di coprirti anche il viso perché la punta del naso è rossa e inizia a gocciolare. Ma basta che ti alzi in pied

#16 Skinny Love - Bon Iver (2007)

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Hai presente quando ti alzi al mattino e, nonostante stiano accadendo attorno a te un sacco di cose, non sai davvero come ti senti? Ecco, oggi è una di quelle giornate. Fuori a tratti piove, fa un freddo cane per il 24 luglio, sono chiusa in un ufficio enorme e al momento vuoto, sola con me stessa, i miei pensieri e il pc, da cui ho deciso che oggi avrei fatto suonare delle cose un po' malinconiche. Masochismo? Forse sì. Ma qualcuno mi ha detto pochi giorni fa che la malinconia è una sensazione che genera sempre qualcos'altro, e non necessariamente qualcosa di triste. Quindi ho deciso che, invece di cercare di reprimerla, come faccio di solito, la lascio andare e riempire questa stanza, così da cullarmi fino a che non l'avrò trasformata in qualcosa di diverso. E tutto sommato ci sto anche abbastanza bene in questo stato un po' incerto. "Skinny Love" è la canzone perfetta per tutto questo. Me l'ha fatta scoprire Alessia, compagna di ufficio e di inaspetta

#15 No Excuses - Alice in Chains (1996)

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Per stavolta torno liceale. Ci sono mille motivi che mi hanno fatto andare con la mente a quegli anni in questo ultimo periodo: il concerto dei Pearl Jam che ancora una volta ho perso, i cd che ho messo in macchina l'altro giorno, la mia chitarra acustica - il risultato di anni di lezioni di musica che ho messo da parte da troppo tempo - che ora è lì in salotto e aspetta solo che abbia il coraggio di riprenderla in mano (non senza un momento di apnea per il panico di non so che). Penso sia stato Dan, il collega dell'ufficio oltre la porta tagliafuoco, a farmi tornare in mente queste cose quando mi ha chiesto "What were you in high school?", perché è vero, al liceo avevamo tutti un modello a cui rispondere. "I was sort of a hippie, I think" è stata la mia risposta. Non credo sia esattamente quello che ero, ricordo che avevo i pantaloni a zampa di elefante, i maglioni larghissimi e bucati , i Dr Martens e i capelli corti (per protesta contro il mondo ma che m

#14 At My Most Beautiful - R.E.M. (1998)

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Questa zuccherosissima canzone dei R.E.M. è una di quelle cose che genuinamente ti fa sorridere. E oggi è una bella giornata, sembra che anche qui nel profondo nord sia arrivata l'estate, perciò me la regalo. Non so se mi faccia sorridere, e con sorridere non intendo solo muovere i muscoli del viso ma anche quelli nella mia testa, solo perché dice la parola smile un numero quasi esagerato di volte, o perché davvero quella volta Michael Stipe ci ha messo qualcosa nel testo che fa sorridere tutta la canzone. Magari sono il piano e gli archi che mi fanno questo effetto, io adoro gli archi quando non c'entrano niente con la musica classica. Di una cosa però sono sicura: che quel "I found a way to make you smile" è quello che un po' tutti vorremmo dire a qualcuno e che, almeno una volta nella nostra vita, avremmo voluto sentirci dire. Poi, che sia successo davvero, non ha gran importanza. Credo sia l'idea, il pensiero che la nostra felicità possa arrivare a qualc

#13 Sleeping by Myself - Pearl Jam (2013)

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Questo è un post triste, sei avvisato. Ora puoi scegliere se continuare a leggere o risparmiarti questa sofferenza. Io però non posso sempre scrivere cose felici, non sarei io. Non completamente, almeno. I Pearl Jam non sono qui a caso, ieri c'era il concerto a Trieste, a cui non sono andata. Li ho mancati per un soffio, come è successo tutte le altre volte che ci ho provato. E mi è venuta in mente quella volta che hanno suonato ad Hyde Park e io ero a Londra, salvo aver preso un aereo cinque giorni prima del concerto e averli persi così, per motivi che all'epoca erano ragionevoli, ma che ora mi sembrano sciocchezze. Questa canzone parla di tradimenti, mi sembra abbastanza chiaro. Ma in fondo non mi interessa, non è per questo che l'ho scelta. In realtà in un altro momento non l'avrei scelta comunque, ce ne sono una lista di preferite che viene prima tanto lunga da riempire questo post, ma prima mentre correvo sono state le esatte parole del titolo a entrarmi dentro.

#12 Orchi e streghe sono soli - Afterhours (2008)

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Mi ci è voluto un po' a trovare la canzone numero dodici, più che altro perché nessuna mi convinceva e non capisco perché. Poi ho riascoltato gli Afterhours e penso che si siano scelti da soli, un po' perché ho notato questa canzone dopo molto che non ascoltavo questo album e un po' perché il testo mi ricorda una favola e mi fa quasi sentire bambina, che è poi esattamente come mi sento adesso. La cosa bella è che non si capisce (volutamente quasi fino alla fine) se la voce narrante sia l'orco che parla alla strega o una voce esterna che racconta una storia a qualcuno. In ogni caso tu la voglia interpretare, le parole ti prendono non tanto per quello che dicono ma per come lo dicono, sembrano una favola della buonanotte che qualcuno sta raccontando senza curarsi del contenuto, perché tanto è il modo e le sensazioni che suscita ciò che davvero conta. E quello che ti resta in testa più del resto è "non aver paura", tu che ascolti e che ti immagini la favola che

#11 Heart of Gold - Neil Young (1972)

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Neil Young, è arrivato il suo momento. E anche la responsabilità di una canzone così celebre e così assolutamente perfetta. Ammetto di non averla notata subito, quando ho scoperto "Harvest" a sedici anni riascoltavo in continuazione la canzone che dà il titolo all'album, forse melodicamente più adatta alla me ragazzina. E invece lei era lì che aspettava solo di essere notata, cosa che le è riuscita facile quando ho iniziato a capire le parole del testo, così sottilmente ironico e altrettanto sottilmente malinconico. "Heart of Gold" si racconta da sé già col suo titolo di senso assoluto, ma ancora di più racconta la storia di un canadese cresciuto nelle lande dei cercatori d'oro piene di ipotetica ricchezza e prive di qualsiasi forma di amore. Penso che il testo di questa canzone sia uno dei momenti poetici migliori del suo autore, un continuo gioco di parole sulla storia di un minatore che invecchia cercando un cuore d'oro che non troverà mai. Che sia i

#10 Hemingway - Negrita (2001)

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Questa canzone l'ho scoperta per caso ascoltando le canzoni di una cartella che mi aveva passato qualcuno che non ricordo. Mi è piaciuta subito, forse quasi alla prima strofa. L'ho fatta ripartire ancora prima che finisse l' outro e poi mi sono resa conto del titolo. Che sia un caso che una delle canzoni italiane che considero più belle sia dedicata a uno degli autori americani più bravi e che tutto questo succeda a me, che ho una laurea in Letteratura americana? Può essere. Fatto sta che questa è una di quelle canzoni che un po' ti fa tornare bambino, o almeno adolescente, a quell'estate che hai passato a leggerti "Il vecchio e il mare" perché te l'aveva assegnato la prof di Italiano che poi ci voleva anche la recensione, senza capire che quella volta lei ti stava facendo un favore. Perché poi dopo anni te lo sei andata a rileggere quel libro. E l'hai fatto di tua spontanea volontà. E magari l'hai anche studiato all'Università. E poi ti

#9 Sweet Dreams - Marilyn Manson (cover, 1996)

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Io non sopporto Marilyn Manson, mi infastidisce come cantante e mi infastidisce la sua musica. Non mi piacciono troppo nemmeno gli Eurythmics e penso che "Sweet Dreams" sia una delle loro canzoni peggiori: ha una melodia dance che io, da fan del folk (ahimè!), non capisco e non concepisco. Ma è cambiato tutto qualche mese fa, mentre mi struggevo per le vicende più o meno surreali di Tate, uno dei personaggi di "American Horror Story" (sì, ho visto tutte le serie fin'ora uscite, non senza pentirmi di essermi appassionata a delle storie così truculente, a volte) riadattato a un ruolo diverso di stagione in stagione. Nella prima serie fa la parte dell'adolescente pazzo e omicida, poi fantasma redento. Ma lo scopri dopo che le cose non sono come sembrano, quando vedi un tizio che entra a scuola truccato da teschio e semina il panico con una pistola, e in sottofondo parte proprio quella canzone, che a questo punto ti sembra la cosa più perfetta che esista. Non

#8 Il treno - Radiofiera (2002)

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Padova, 22.59. Il momento giusto per fare un dolce. Sì, anche se l'orario è un po' strano. D'altronde devo trovare un modo per impiegare il tempo mentre aspetto che mio fratello mi chiami per avvisarmi che è arrivato sotto casa. E' andato al concerto dei Modena City Ramblers e non credo che tornerà molto presto. Ho i Radiofiera in sottofondo, un gruppo non proprio adatto a impastare frolla e spalmare crema, ma ce li ho in testa da ieri. Me li ha fatti ricordare il viaggio in treno verso il mare, tanto atteso quanto sofferto, perché il treno è uno di quei pochi mezzi su cui puoi portarti un libro da leggere (che anche se lo fai in piedi e schiacciata tra altri due passeggeri che ti tengono in equilibrio a ogni frenata ha comunque il suo perché). Il treno è anche il protagonista della canzone che ho scelto di imparare (che in realtà so già a memoria, ma questo non significa che sto barando perché posso sempre inventarmi una nuova interpretazione) perché è un po' fol

#7 On Your Own - Blur (1997)

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"On Your Own" è una canzone importante della mia lista. Non è particolarmente bella e forse verso la fine è anche un po' noiosa, ma è la canzone del mio primo giorno in radio. Era il 9 luglio 2013, un caldo assurdo. Ma comunque io ed Enrica, la mia fidata compagna di prime volte al microfono, avevamo i brividi per la nostra prima registrazione. Era una puntata sulla biologia marina, ma siamo finite a parlare di Di Caprio in "The Beach" per quasi tutto il tempo. E Di Caprio in quel film si trasforma in un videogioco. E mentre gioca a fare l'omino dei videogiochi "On Your Own" gli fa da colonna sonora. Non me lo dimenticherò mai com'è stato essere lì, imbarazzata per metà dal regista che avevo davanti e per metà all'idea di riascoltare la mia voce, perché a nessuno piace riascoltarsi nelle registrazioni (chissà poi perché). Mi fa sorridere che la mia canzone della radio si chiami proprio così, la sala di registrazione è un piccolo mondo

#6 Papillon - Editors (2009)

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28 Febbraio 2014, ore 20.01 (!), Bologna: concerto degli Editors. Penso che sarà uno di quelli che non mi dimenticherò mai, perché è stato davvero bellissimo e perché è il mio regalo di compleanno. Non lo dimenticherò nemmeno perché, dopo averli sentiti dal vivo, mi sono ricreduta su quella loro canzone che mi piaceva meno di tutte. Papillon non mi ha colpita la prima volta che l'ho sentita, ma forse poteva essere uno di quei casi in cui le canzoni ti piacciono dopo. Dopo che le hai assorbite un po' per volta e dopo che hai capito davvero come quel testo ti si può cucire addosso. Con Papillon no, più la ascoltavo e meno mi piaceva. Troppo elettronica. Troppo monotona. Fino all'altro ieri. Fino a quando, dopo essere usciti e rientrati dal palco per il classico bis, ci salutano e, invece di uscire davvero, ci regalano quest'ultimo brano, come a dirmi che non è possibile che non mi piaccia. Era il momento giusto, il posto giusto, l'atmosfera giusta, c'erano le p

#5 Vorrei - Marta sui Tubi (2013)

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Scopro ora, proprio mentre cerco il testo su Google per averlo sotto mano, che questa canzone è stata presentata al Festival di Sanremo 2013. E lo scopro il giorno dopo che l'edizione del Festival 2014 è finita. Adoro le coincidenze, sono a volte così bizzarre. Oggi mi dedico ai Marta sui Tubi, perché stamattina sono uscita a camminare con l'iPod e mi andava di ascoltarli. C'era un bellissimo sole e persino qualche viola lungo il fosso che costeggia il parco, che in febbraio fa comunque strano. Ma mi ha messo allegria. Sarà che la settimana prossima è il mio compleanno e l'idea che ci sia una finta primavera mi piace, nei miei ricordi ho sempre spento le candeline con la nebbia. Ma cosa succede se ascolti "Vorrei" mentre vaghi per il parco? Che sei talmente assorbito dalle parole da doverla rimandare dall'inizio almeno una decina di volte, senza accorgerti che ti stai riempiendo le scarpe di fango perché ieri ha piovuto. E se ce l'hai nelle orecchie

#4 High and Dry - Radiohead (1995)

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"Ma chi sono questi?" "I Radiohead." High and Dry me la ricordo così, come se fosse ieri. Era il millenovecentonovanta e qualcosa e il sabato pomeriggio andavo a sentire i ragazzi del mio liceo che suonavano, una volta ogni tanto, sulla piazzetta di fronte alla stazione degli autobus. Un pomeriggio, dopo aver sentito la solita band fare le solite cover, mi sono fermata assieme a qualche amica ad ascoltare chi suonava dopo, erano bravi. E soprattutto suonavano qualcosa di diverso, visto che non conoscevo quasi nessuna delle canzoni. A dire il vero solo una, High and Dry dei Radiohead, con cui ho potuto finalmente far felice la mia amica che, ad ogni attacco, ripeteva "Ma chi sono questi?" Sono particolarmente affezionata a questa canzone, perché mi ricorda il liceo e perché mi piacciono i brani con le chitarre acustiche. E forse perché è la canzone meno da Radiohead dei Radiohead. Ha un giro di chitarra talmente semplice da essere quasi spiazzante, la

#3 Time is Running Out - Muse (2003)

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I Muse sono nella mia lista, proprio con questa canzone, ma non al terzo posto (e ci tengo a ricordare che i brani li sto mettendo senza un ordine particolare, solo in base a come mi sono venuti in mente). Li ho scelti però per un motivo: martedì uscirà un mio articolo su un sito di quelli che, per noi d igital addicted , contano. Sono a metà tra l'emozionato e il terrorizzato, come è giusto che sia per ogni cosa (bella) nuova. È un po' come quando hai appena fatto un esame scritto importante all'Università: nonostante tu sappia di averci messo il massimo, ti vengono mille dubbi su quello che hai scritto mentre la sera torni a casa, stremato, su di un treno freddo, ad un'ora improponibile, fuori piove e implori mentalmente te stesso di non addormentarti e mancare la fermata. A me è successo almeno una volta, e quella volta era per l'esame di chimica al primo anno di biologia molecolare, quando ancora mi sembrava una buona idea provare a fare il medico. O la biol

#2 Cemetry Gates - The Smiths (1986)

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Cemetry Gates l'ho scoperta pochi anni fa grazie a Leo, un amico vegetariano superfan degli Smiths (e non poteva essere altrimenti, Meat is Murder docet) che assomiglia a Morrisey, ma con la camicia di jeans. Trovo curioso che mi sia venuto in mente di inserirla in lista proprio dopo De Andrè, e altrettanto curioso che io abbia deciso di impararla. Questa canzone è piena di assonanze e consonanze in perfetto stile English poetry , che rendono ad un italiano la pronuncia (e l'imitazione dell'accento!) estremamente difficile. Ma è proprio per questo che mi piace. Mi piace perché ci sono Keats, Yeats e Wilde, che mi ricordano quando facevo il liceo e arrivava settembre, e aspettavo impaziente che la libreria chiamasse per andare a prendere i libri di letteratura inglese, che ovviamente avevo già sfogliato e letto prima del primo giorno di scuola. Mi piace perché Morrisey gioca con il titolo ( cemetry è un voluto misspelling di cemetery per far tornare i conti con le batt

#1 Il Pescatore - Fabrizio De André live with PFM (1979)

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Inizio questa lista con la mia canzone preferita, non tanto perché so di saperla a memoria da quando ero bambina (e questo mi avvantaggerebbe nella mia "missione" di imparare a memoria i testi delle canzoni che scelgo) ma perché per me "Il pescatore" è la canzone più bella che io abbia mai ascoltato. Non entro nel merito della melodia o delle parole, sono sicura che in molti troverebbero canzoni melodicamente più appaganti e poeticamente più elevate. De André si prende questo primo posto semplicemente perché la sua è davvero la prima canzone di cui io abbia memoria. Sarà perché la ascoltavo sempre in macchina quando da bambina stavo seduta sul sedile posteriore della Fiat Tipo grigia di papà, o perché in fondo adoro il ritmo folk che la PFM è riuscita a dare a questa versione live. Ricordo che ogni volta chiedevo di riavvolgere il nastro per ascoltarla almeno due volte, fin tanto che la cassetta si è inceppata nell'autoradio e ho costretto papà ad aggiustarmi i