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#18 Society - Eddie Vedder (2007)

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Torno così, senza dire niente e senza particolari spiegazioni. Sono passati quasi otto anni dall'ultimo post, il numero 17 (superstiziose coincidenze?). Torno perché mi divertiva scrivere di canzoni senza essere un'esperta e perché non sono mai arrivata a cinquanta... scusa Rob! Ma non vedo perché non provarci adesso, dopo aver capito che il mondo della comunicazione digitale non fa per me e aver creativamente reinventato la mia quotidianità più e più volte. La canzone numero diciotto è un inno all'essenzialità tranne che nel lavoro di fino fatto con le parole, con cui Eddie gioca facendoci sembrare il tutto uno scioglilingua di una decina di termini che si rincorrono. Ed è anche un grazie alle mie origini accademiche, che hanno sviluppato radici profonde nella mia anima riportandomi a coltivare vecchie passioni. Le parole appunto, ecco da dove voglio ripartire. Le parole che diciamo, quelle che ogni giorno insegno e quelle che ormai troppo spesso devo correggere. Come s

#17 Is It Really So Strange? - The Smiths (1988)

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Canzone numero diciassette, scelta di venerdì diciassette. Giuro, giuro, giuro che non me ne sono accorta finché non ho controllato il numero della precedente (dopo due mesi di silenzio mi è concesso dimenticarmi dov'ero arrivata, no?). Ecco, questa canzone rappresenta un po' una coperta che mi ha avvolta per quasi tutta l'estate, ma che ora inizia a pesarmi. Per il freddo e il sole che non si è quasi mai visto? Forse. Ma ancora di più perché credo di essermi ricordata oggi, dopo tanto tempo, che il calore non arriva necessariamente solo coprendosi di strati. Non è che me lo sono inventato, è che per tutti questi mesi di silenzio è successo quello che succede quando ti siedi e inizi a sentire il freddo del pavimento che sale dal basso della schiena. Inizi ad avere i primi brividi e vai a cercarti una coperta. Ti ci infili dentro e la tiri su finché non hai bisogno di coprirti anche il viso perché la punta del naso è rossa e inizia a gocciolare. Ma basta che ti alzi in pied

#16 Skinny Love - Bon Iver (2007)

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Hai presente quando ti alzi al mattino e, nonostante stiano accadendo attorno a te un sacco di cose, non sai davvero come ti senti? Ecco, oggi è una di quelle giornate. Fuori a tratti piove, fa un freddo cane per il 24 luglio, sono chiusa in un ufficio enorme e al momento vuoto, sola con me stessa, i miei pensieri e il pc, da cui ho deciso che oggi avrei fatto suonare delle cose un po' malinconiche. Masochismo? Forse sì. Ma qualcuno mi ha detto pochi giorni fa che la malinconia è una sensazione che genera sempre qualcos'altro, e non necessariamente qualcosa di triste. Quindi ho deciso che, invece di cercare di reprimerla, come faccio di solito, la lascio andare e riempire questa stanza, così da cullarmi fino a che non l'avrò trasformata in qualcosa di diverso. E tutto sommato ci sto anche abbastanza bene in questo stato un po' incerto. "Skinny Love" è la canzone perfetta per tutto questo. Me l'ha fatta scoprire Alessia, compagna di ufficio e di inaspetta

#15 No Excuses - Alice in Chains (1996)

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Per stavolta torno liceale. Ci sono mille motivi che mi hanno fatto andare con la mente a quegli anni in questo ultimo periodo: il concerto dei Pearl Jam che ancora una volta ho perso, i cd che ho messo in macchina l'altro giorno, la mia chitarra acustica - il risultato di anni di lezioni di musica che ho messo da parte da troppo tempo - che ora è lì in salotto e aspetta solo che abbia il coraggio di riprenderla in mano (non senza un momento di apnea per il panico di non so che). Penso sia stato Dan, il collega dell'ufficio oltre la porta tagliafuoco, a farmi tornare in mente queste cose quando mi ha chiesto "What were you in high school?", perché è vero, al liceo avevamo tutti un modello a cui rispondere. "I was sort of a hippie, I think" è stata la mia risposta. Non credo sia esattamente quello che ero, ricordo che avevo i pantaloni a zampa di elefante, i maglioni larghissimi e bucati , i Dr Martens e i capelli corti (per protesta contro il mondo ma che m

#14 At My Most Beautiful - R.E.M. (1998)

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Questa zuccherosissima canzone dei R.E.M. è una di quelle cose che genuinamente ti fa sorridere. E oggi è una bella giornata, sembra che anche qui nel profondo nord sia arrivata l'estate, perciò me la regalo. Non so se mi faccia sorridere, e con sorridere non intendo solo muovere i muscoli del viso ma anche quelli nella mia testa, solo perché dice la parola smile un numero quasi esagerato di volte, o perché davvero quella volta Michael Stipe ci ha messo qualcosa nel testo che fa sorridere tutta la canzone. Magari sono il piano e gli archi che mi fanno questo effetto, io adoro gli archi quando non c'entrano niente con la musica classica. Di una cosa però sono sicura: che quel "I found a way to make you smile" è quello che un po' tutti vorremmo dire a qualcuno e che, almeno una volta nella nostra vita, avremmo voluto sentirci dire. Poi, che sia successo davvero, non ha gran importanza. Credo sia l'idea, il pensiero che la nostra felicità possa arrivare a qualc

#13 Sleeping by Myself - Pearl Jam (2013)

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Questo è un post triste, sei avvisato. Ora puoi scegliere se continuare a leggere o risparmiarti questa sofferenza. Io però non posso sempre scrivere cose felici, non sarei io. Non completamente, almeno. I Pearl Jam non sono qui a caso, ieri c'era il concerto a Trieste, a cui non sono andata. Li ho mancati per un soffio, come è successo tutte le altre volte che ci ho provato. E mi è venuta in mente quella volta che hanno suonato ad Hyde Park e io ero a Londra, salvo aver preso un aereo cinque giorni prima del concerto e averli persi così, per motivi che all'epoca erano ragionevoli, ma che ora mi sembrano sciocchezze. Questa canzone parla di tradimenti, mi sembra abbastanza chiaro. Ma in fondo non mi interessa, non è per questo che l'ho scelta. In realtà in un altro momento non l'avrei scelta comunque, ce ne sono una lista di preferite che viene prima tanto lunga da riempire questo post, ma prima mentre correvo sono state le esatte parole del titolo a entrarmi dentro.

#12 Orchi e streghe sono soli - Afterhours (2008)

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Mi ci è voluto un po' a trovare la canzone numero dodici, più che altro perché nessuna mi convinceva e non capisco perché. Poi ho riascoltato gli Afterhours e penso che si siano scelti da soli, un po' perché ho notato questa canzone dopo molto che non ascoltavo questo album e un po' perché il testo mi ricorda una favola e mi fa quasi sentire bambina, che è poi esattamente come mi sento adesso. La cosa bella è che non si capisce (volutamente quasi fino alla fine) se la voce narrante sia l'orco che parla alla strega o una voce esterna che racconta una storia a qualcuno. In ogni caso tu la voglia interpretare, le parole ti prendono non tanto per quello che dicono ma per come lo dicono, sembrano una favola della buonanotte che qualcuno sta raccontando senza curarsi del contenuto, perché tanto è il modo e le sensazioni che suscita ciò che davvero conta. E quello che ti resta in testa più del resto è "non aver paura", tu che ascolti e che ti immagini la favola che